Il diritto al lavoro e il diritto alla proprietà

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Autore: Pierre-Joseph Proudhon - 2017 - ISBN 9788898926534 - Immanenza

“…il diritto al lavoro è la sola base di legittimità della proprietà, e questa non può essere garantita senza garantire a maggior ragione il diritto al lavoro…” “Quando dico che c’è opposizione necessaria, antagonismo fatale fra il diritto al lavoro, o, se si preferisce, fra l’organizzazione del lavoro e il diritto di proprietà, cioè fra due principî altrettanto legittimi, indistruttibili e fonda-mentali; quando dico che il primo è la negazione del secondo, che tende continuamente ad assorbirlo, e deve alla fine, trasformandolo, farlo scomparire, non affermo qualcosa proprio solo del lavoro e della proprietà; enuncio solamente uno dei casi particolari della legge più generale dell’intelletto umano, della formula suprema della creazione e della società.” Pierre-Joseph Proudhon (1809-1865) è considerato uno dei padri fondatori e tra i primi teorici moderni dell’anarchia. Nato in una famiglia poverissima, dopo gli studi, in parte da autodidatta, iniziò a lavorare in una tipografia e correggere bozze di libri teologici. Nel 1838 usufruì di una borsa di studio e potette andare a Parigi dove si dedicò intensamente agli studi ed entrò in contatto con le idee socialiste. Nel 1840 pubblicò Che cos’è la proprietà? il suo libro più famoso e, sei anni dopo, il suo libro maggiore Sistema delle contraddizioni economiche. Nel 1848 prese brevemente parte all’Assemblea nazionale come rappresentante del popolo e per quell’occasione scrisse il discorso Il diritto al lavoro e il diritto alla proprietà. Dal 1849 al 1852 fu incarcerato per la sua opposizione a Napoleone III. Dopo la pubblicazione del libro La giustizia nella rivoluzione e nella chiesa fu di nuovo condannato ma fuggì a Bruxelles. Ritornò a Parigi grazie a un’amnistia dove morì nel 1865.

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