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Autrice: Clara Mazzanti - 2019 - ISBN 978-88-9726-61-3 - Colibrì

Clara Mazzanti VENGA CON NOI DAGLI ATTENTATI DEL ’69 A PIAZZA FONTANA 2019, 312 pagine, 14 euroformato 16x24 cm, copertina a colori con aletteisbn 978-88-9726-61-3L’autrice esorta affermando che la frase che più la fa inorridire è “Ho fiducia nella giustizia” frase che ogni giorno sentiamo e leggiamo su tutti i media. Nell’aprile 1969, Clara Mazzanti viene prelevata dalla casa e portata all’Ufficio Politico della Questura di Milano dove viene interrogata dal Commissario Calabresi e dalla sua squadra. Nel novembre 1969, viene arrestata e rinchiusa nel carcere milanese di San Vittore con il suo compagno, Giuseppe Norscia. La chiave che gira nella serratura della cella segna l’inizio del racconto autobiografico, incentrato sulla tragedia di chi si trova a passare, da innocente, 18 mesi della propria vita in carcere. L’illusione che si fosse trattato di un equivoco si dissolve velocemente. Viene processata per strage come possibile esecutrice di uno degli attentati dinamitardi avvenuti nel 1969. Il processo vede incriminati, a diverso titolo, ma tutti per strage, Norscia, gli anarchici Tito Pulsinelli, Paolo Braschi, Paolo Faccioli e Angelo Pietro Della Savia; Giangiacomo Feltrinelli e la moglie Sibilla Melega sono accusati di falsa testimonianza. I personaggi di questa storia sono tanti, il giudice Antonio Amati (ritratto in copertina) è il consigliere istruttore dell’inchiesta, Antonino Scopelliti è il pubblico ministero (morirà per mano della mafia nel 1991), Enzo Tortora il giornalista che segue più da vicino le vicende di Clara Mazzanti (resterà incredibilmente vittima di un analogo tritacarne giudiziario) e tanti altri. Nella sezione femminile del carcere di San Vittore Clara prende gradualmente coscienza delle dinamiche e della condizione delle detenute, documentando un’epoca che precede le prime vere cronache sulle donne carcerate e ci rende partecipi, oltre che del suo calvario, di uno spaccato della società e dei costumi dell’Italia degli anni ’50 e ’60.
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