Ong. Il cavallo di troia del capitalismo globale

10,00 €
Tasse incluse
Autrice: Sonia Savioli - 2018 - ISBN 9788898582709 - Zambon

Ong. Il cavallo di troia del capitalismo globaleAutrice: Sonia Savioli - 2018 - ISBN 9788898582709 - Zambon10.00 euro I giornali e la televisione sono ricchi d’immagini e articoli sul problema “immigrazione” e sulla gestione dei flussi migratori da parte delle “ONG” e dalle varie organizzazioni, tutte rigorosamente “NO PROFIT”. Con questo notevole e documentato libro Sonia Savioli ci rende edotti del ruolo effettivo che queste organizzazioni svolgono aprendoci gli occhi sulle infinite menzogne che, quotidianamente, ci sono riversate dall’informazione a senso unico in cui siamo immersi e da cui siamo soffocati. E’ un libro di piacevole lettura, l’autrice possiede una forte carica ironica che rende la lettura oltre che istruttiva anche molto gradevole. Lo scritto della Savioli, oltre ad informarci sulle varie ONG, traccia una mappa in cui sono evidenziati e dimostrati i rapporti e le interconnessioni esistenti tra di loro e tra i finanziatori sia privati che statali, con i relativi obiettivi, sia quelli dichiarati sia quelli non dichiarati, ma reali. Scopriamo così un mondo di conquistatori e di sfruttatori mascherati da integerrimi benefattori. Molti, se non tutti, iniziano ad avere dubbi sull’efficacia e sul ruolo delle ONG, sui costi, sulle continue richieste di firme e di aiuti in denaro che queste strutture, quotidianamente, richiedono ai cittadini tramite annunci, volantini e soprattutto via internet; una forma di elemosina a tutto campo, una S. Vincenzo universale di cui siamo vittime, non conosciamo l’utilizzo di queste donazioni che però ci fanno sentire con la coscienza a posto, ci danno la sensazione, in qualche modo, di dare un contributo per risolvere i problemi del mondo. Possiamo dire che questo libro ci apre gli occhi sugli effetti nefasti che le ONG provocano nelle varie parti del mondo e sul loro spregiudicato modo di operare dall’Africa alla Birmania, ci parla del cinismo assoluto che distrugge intere popolazioni costringendole a una miseria, prima mai vista, con la distruzione delle culture locali che le rende schiave, che le usa come cavie umane, obbligandole a sperimentare farmaci dannosi, spacciandoli per una insperata salvezza, mettendole in condizioni di emigrare per giungere in Europa con un sogno che non si realizzerà, ma diverrà un doloroso incubo. E’ un libro che smitizza falsi miti e finte buone azioni con gli aiuti internazionali, non richiesti, che giovano solamente alle grandi multinazionali, aumentandone a dismisura i guadagni. Certo, dice l’autrice, non tutte le ONG sono uguali, ma il 99% si muove nell’ottica di ottenere uno sfruttamento delle risorse naturali e umane con il solo e unico vero imperativo del “profitto”. Le varie organizzazioni umanitarie veramente perniciose per i popoli e creatrici di problemi apparentemente irrisolvibili di cui sentiamo parlare ogni giorno sono, ne cito alcune che troverete nel libro della Savioli: Amnesty International, Unicef, Save the Children, Medici senza frontiere, Rockefeller Foundation, Open Society Foundation di George Soros, Avaaz, Change org e molte altre da cui è bene “stare alla larga”. Ricordiamo che l’industria cosiddetta umanitaria fa circolare ben 150 miliardi di dollari l’anno: l’80% dei fondi proviene dai governi, i maggiori donatori sono gli USA, l’Inghilterra e l’Unione Europea, le sue principali macchine realizzatrici sono le Organizzazioni Non Governative (ONG) che agiscono come grandi aziende che decidono dove, come, quando e quanto investire con il loro motore propulsore che è la “povertà”. “Diverse organizzazioni non governative istituite dai “programmi di aiuti” internazionali, hanno man mano assunto molte delle funzioni delle amministrazioni locali. Si assicura così a malapena la sopravvivenza delle comunità locali, tenendo al tempo stesso sotto controllo i conflitti sociali” scrive Chossudovsky in “La globalizzazione della povertà” e così scrive Sonia Savioli: “Con lo sfruttamento dell’uomo sull’uomo, la povertà diventa una conseguenza, ma anche una necessità: la condizione che permette lo sfruttamento. Impadronirsi delle altrui risorse, in primis la terra, è per il capitalista non soltanto un modo per arricchirsi e ampliare i propri possedimenti, è anche un modo per procurarsi grandi quantità di manodopera a basso costo. Succedeva nell’Europa del medioevo, succede oggi con modalità poco differenti nei paesi del terzo mondo globalizzato. E, come nel medioevo fiorivano gli ospedali, le opere di carità, i lebbrosari, i monasteri, i conventi, le confraternite di misericordia, oggi, in un mondo che il trionfo dell’imperialismo e del consumismo ha ristretto come un golf infeltrito, fioriscono le “organizzazioni umanitarie”.
chat Commenti (0)
Ancora nessuna recensione da parte degli utenti.