L'uomo e la rivoluzione

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Autore: György Lukács - 2013 - ISBN 88-8351-169-1 - Punto Rosso

L'uomo e la rivoluzione di György LukácsLe basi ontologiche del pensiero e dell’attività dell’uomo (1968)Su Lenin e il contenuto attuale del concetto di rivoluzione (Intervista del 1969)Lenin. Unità e coerenza del suo pensiero (1924)I primi due testi di György Lukàcs qui pubblicati appartengono all’ultimo periodo di attività del filosofo ungherese. La conferenza sulle Basi ontologiche del pensiero e dell’attività dell’uomo fu redatta nei primi mesi del 1968 e doveva essere letta al congresso mondiale di filosofia che si sarebbe tenuto a Vienna nel settembre di quell’anno. Tuttavia, non avendo poi Lukàcs partecipato a quel congresso, il testo della conferenza fu reso pubblico nel 1969 sia in traduzione ungherese, sia nella stesura originale tedesca. Quanto al contenuto, la conferenza si fonda sulla cosiddetta «grande» Ontologia, il cui manoscritto era allora praticamente già terminato.L’intervista televisiva su Lenin fu concessa al regista Andràs Kovàcs nell’ottobre 1969. Nata da una precedente idea di «girare» un reportage sulla vita di Lukàcs, a cui quest’ultimo si era rifiutato per non dover apparire sugli schermi televisivi «come una star», l’intervista venne accettata da Lukàcs quando assunse la forma di un intervento sulla figura di Lenin e sul contenuto attuale del concetto di rivoluzione. La registrazione venne eseguita il 2 ottobre 1969 nella casa di riposo di Jàvorkurt e durò due ore e mezzo. Il terzo testo (Lenin. Unità e coerenza nel suo pensiero) è stato scritto da Lukàcs nel 1924, poco dopo la morte di Lenin, e fu pubblicato in italiano più di mezzo secolo dopo, con una importante postilla dello stesso autore, ed è ancor oggi molto utile ad interpretare problematicamente tanto il rivoluzionario russo, quanto il filosofo ungherese.“Il mio interesse è sempre andato solamente a ciò che mi stava davanti in quanto problema da risolvere. Devo anzi rivelare un sentimento personale: oggi mi rattrista terribilmente il fatto che non mi abbia dato eccessivo fastidio trovare una verità al prezzo di dover smentire la mia opera precedente. Vede, per me - a volersi esprimere in maniera estremamente semplicistica - nella vita dell’individuo singolo la virtù massima è la curiosità. Quando si è curiosi di conoscere quello che accadrà, si è aperti all’avvenire, e questa è una cosa sana. Ma per converso esiste anche un grave pericolo, di cui sono caduti vittime uomini dotati di grande ingegno. La colpa massima, su questo piano, è a mio parere la vanità. Guardiamo la cosa prendendo ad esempio una conversazione, una semplice conversazione: una conversazione significa che due persone s’incontrano per ricercare la verità. Ma esistono due possibili strade: l’una è appunto la ricerca della verità, cioè la conversazione può dirsi riuscita quando si è giunti a rintracciare qualche aspetto della verità; la seconda strada, che purtroppo è quella scelta dalla maggioranza delle persone, è il desiderio di farsi valere nella conversazione. E non appena si vuole questo, tutto va a catafascio”.Collana Il presente come storiaISBN 88-8351-169-1 Formato: 21x15 cm Pagine: 148 Prezzo: 13.00 € Data pubblicazione: novembre 2013
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