Critica radicale e rivoluzione. Un aggiornamento

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Autore: Piero Coppo - 2012 - ISBN 9788897206095 - Colibrì

A partire dalla risposta di artigiani e operai all'avvento delle prime macchine che inauguravano all'inizio del XIX secolo e in Europa la rivoluzione industriale, processo che distruggeva insieme alle loro vite anche le qualità dei prodotti del loro lavoro, si dipana qui una storia che finirà per dispiegarsi nelle posizioni degli artisti critici prima, e poi in quelle dei settori più avanzati della critica radicale: in Francia, l'Internazionale Situazionista e il gruppo raccolto attorno alla rivista prima, e alle edizioni poi, dell'Enciclopedia delle Nocività. Vengono qui proposti, nella traduzione italiana, ampi brani tratti dalle pubblicazioni dei "nuovi enciclopedisti" ancora troppo poco conosciute in Italia, e che possono essere utili a coloro che, oggi e qui, vogliono procedere nella critica pratica dell'esistente. "Perché rispetto alla pretesa di rendere irreversibile lo stato di fatto, e il fatto dello Stato, rendendone indistruttibili le nocività, i rivoluzionari non sono più solo i rappresentanti di una scelta differente, ma del semplice realismo: difendono insieme un rifiuto e un progetto, e possono mobilitare per la loro causa, a fianco del desiderio per l'ignoto, l'istinto di conservazione. Mirabile coincidenza: per salvare quel poco di esistenza umana che la cancrena della produzione mercantile non ha ancora disastrosamente inglobato, e alla cui conservazione tutti sono interessati, serve una rivoluzione sociale; perché la rivoluzione sociale resti possibile, occorre difendere ciò a partire dal quale una vita libera dovrà essere costruita, e da dove solo si può ancora, sottoponendo tutto il resto a giudizio, concepirla. A cominciare dalla memoria di tutto ciò che fu libera attività nella storia, tentativi alla luce dei quali la sventura economica appare chiaramente per quello che è: un interminabile sviamento nella produzione dell'uomo a opera di se stesso, che minaccia di perderlo definitivamente." (Dal Discorso preliminare)

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