VOLUME FOTOGRAFICO La prima volta che vidi le immagini di Vittorio Scheni mi tornò subito alla mente la domanda del mio insegnante di fotografia; “che differenza c'é tra guardare e vedere?” Davanti al mio perplesso silenzio, solenne arrivava la risposta: tutti guardano, ma solo pochi vedono, tra questi ci sono i bravi fotografi. Ecco Vittorio è uno di quei bravi fotografi che vedono, ma lo fa con un valore aggiunto vede laddove nessuno vuole farlo: nel dolore, nell'emarginazione, nella malattia, nella solitudine. Vittorio entra dove abitano gli Ultimi con la forza della denuncia, con la rappresentazione cruda della realtà, mai mediata dalla pur robusta tecnica che possiede e che ci accomuna perché appresa tra i gorgoglii dell'acqua e gli odori forti della camera oscura che il computer e la foto digitale stanno purtroppo relegando nella memoria. Il risultato del suo lavoro non è mai banale, superficiale, fine a se stesso ma ci costringe, nostro malgrado, a scendere in quella parte profonda del pozzo delle nostre emozioni dove ognuno di noi si reca sempre con ritrosia perché in quella zona non possiamo solo guardare ma dobbiamo anche noi assieme all'autore VEDERE!!! Per questo dobbiamo ringraziarlo, perché passato il primo momento di perplessità riscopriamo l'essere umano, sentiamo anche ai limiti della dignità, la presenza dell'UOMO, riscopriamo noi stessi. Sergio Solavaggione - Fotoreporter La Stampa
