Non ci sarà uno stato palestinese. Diario di un negoziatore in Palestina

10,00 €
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Autore: Ziyad Clot - 2011 - ISBN 978-88-87826-73-9

L’autore è un giovane avvocato franco-palestinese, nato in Francia nel 1977. Nel 2007 decide di recarsi in Cisgiordania, per un eventuale lavoro all’Università di Birzeit come docente. A Ramallah gli viene offerto un posto di consigliere giuridico nella NSU (unità di sostegno per i negoziati) dell’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (OLP); nel giugno 2008 partecipa, come consigliere di Saeb Erekat, ai negoziati di pace con Israele sul problema del diritto al ritorno dei profughi. Visita anche Haifa, la città dalla quale la famiglia materna è stata espulsa nel 1948 per visitare la casa che era stata dei suoi nonni, che da allora hanno vissuto in Libano. Nel novembre 2008, dopo l’esperienza per lui sconvolgente, di negoziati ridotti a una farsa, di cui il libro è una testimonianza, dà le dimissioni dall’incarico.Il 23 gennaio 2011, al-Jazeera e il Guardian pubblicano i documenti che vanno ora sotto il nome di Palestine Papers. Il 14 maggio sul Guardian, Ziyad Clot rivela di essere stato una delle persone che li ha reso pubblici.In totale si tratta di 1600 documenti, migliaia di pagine di rapporti diplomatici sulle trattative tra israeliani e palestinesi, risalenti al periodo tra il 1999 e il 2010. Tra i più esplosivi sono i rapporti che riguardano Gerusalemme e il diritto al ritorno dei profughi. Erekat offriva a Israele ‘la più grande Gerusalemme della storia’, concedendo allo Stato israeliano l’annessione definitiva di tutti gli insediamenti di Gerusalemme Est, tranne quello di Har Homa, in cambio del riconoscimento dello Stato palestinese.Ma anche questa offerta fu rifiutata. Addirittura Abbas si dichiara pronto ad “archiviare” l’embargo che soffoca Gaza, pur di indebolire Hamas. Abbas, accetta inoltre di non sostenere l’iter di approvazione, previsto dall’ONU, del Rapporto Goldstone che descrive i crimini di guerra e i crimini contro l’umanità commessi dall’esercito israeliano nella Striscia di Gaza durante l’operazione Piombo Fuso, senza ottenere nulla in cambio.
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