ANTONELLA CHITÒ ANGELI SULLA STRADA A CURA DI MARIA BOSIO Antonella è una bambina difficile e, a undici anni, viene messa fuori casa dalla madre. Motivo: aver preso le parti del padre malato in semicoma che la madre, per convivere in santa pace con un altro, vuole sistemare in un cronicario fuori dai piedi. Una storia di ordinaria sopravvivenza come ce ne sono tante. Ma Antonella si ribella, e per questo e per il suo “caratteraccio”, finisce per strada. Inizia così il suo percorso ai margini di tutto, sempre pronta a difendere i più deboli e sempre più debole lei stessa: drogata, alcoolizzata, incinta a quattordici anni, rinchiusa in galera, in manicomio, sottoposta a elettrochoc, stuprata, sfregiata. E la litania della violenza, il corteggiamento disperato con la morte, sembrano essere l’unico punto fermo della sua esistenza. Tenta il suicidio, ma non ce la fa... a morire. La sua Buona Stella, i suoi Angeli sono lì per sostenerla, per trattenerla. Ci prova tante volte, ma la vita, i sogni, le emozioni, pur annebbiate dall’uso della droga resistono, quasi a sua insaputa, contro se stessa, come se appartenessero a un’altra, ai suoi Angeli. È in questa misteriosa ed estrema altalena tra la vita e la morte che nascono le scritture di Antonella. Frammenti narrativi semplici dove non contano tanto le parole e la struttura quanto l’espressione di emozioni vibranti e autentiche, che comunicano con la loro energia un estremo appello. Un po’ di poesia infilata in una bottiglia e lanciata con passione nelle acque indifferenti della società dei “normali”. Una richiesta anomala di amore e di vita, sempre in bilico, ma a tutti i costi. ANTONELLA CHITÒ è nata a Brescia nel 1960, e ha vissuto la maggior parte della sua vita per la strada. Fin da piccola ha scritto poesie e annotato pensieri. Nel 1994, al tempo della prima edizione di questo libro, viveva a Roma, in una casa che aveva occupato a Primavalle insieme al marito e alla figlia Violetta. MARIA BOSIO, nel 1994, aveva già realizzato come regista e sceneggiatrice più di trenta documentari per la RAI-T.V., fra cui: le dieci ore di “Un film dal vero: Il processo di Catanzaro”, “L’Altro teatro”, “Sotto il segno di Valentina”, “Ombre Rosa”, “A proposito di Wagner”; lavorato alla RAI Corporation, New York, al Experimental Lab, Channel 13 - NET, New York, e a Canale Cinque. Per Rai3 aveva realizzato come regista e sceneggiatrice, insieme a Ugo Pirro e Nicola Garrone, il film lungometraggio “La Verità non si dice mai”. Inoltre, un film sulla Comunità-Incontro di Don Gelmini: “Droga: come uscirne”, dopo essere stata sei mesi nella Comunità e due documenti di un’ora ciascuno sui barboni di Roma: “Un altro Natale” e “Speriamo che sia femmina”. ISBN 978-88-32043-19-8formato 14x21 cmp. 108Ristampa (prima edizione 1994)