Jan Myrdal, già noto ai lettori italiani per la sua preziosa analisi sull’impatto della rivoluzione culturale in un villaggio cinese negli anni ‘60, scrisse il suo primo libro sull´India esattamente 30 anni fa, offrendo un´ampia descrizione della cultura, delle tradizioni, del secolare dominio inglese e della conseguente lotta per l´indipendenza del popolo indiano. Già in questo libro Myrdal aveva dedicato un intero capitolo alla ribellione dei Naxaliti.”Stella rossa sull´India“ si collega a questo capitolo, e lo sviluppa ed attualizza sulla base delle sue recenti esperienze di viaggio nei territori liberati. Il Partito Comunista Indiano (maoista) aveva invitato il giornalista indiano Gautam Navlakha e Jan Myrdal a realizzare un´inchiesta per informare il pubblico mondiale sui diversi aspetti dell’attuale lotta dei Naxaliti.Anche se per decenni le cronache si sono occupate poco o niente dei Naxaliti, ciò non vuol dire che la loro lotta sia cessata. È anche vero che essi sono stati costretti sulla difensiva, sia dai colpi inferti dal regime, sia dai loro stessi errori politici, ma anche se minacciati di sterminio, essi sono però riusciti a sopravvivere.La sopravvivenza è il tema principale in questa epica battaglia (il governo chiama cinicamente ”green hunt“, cioè “battuta di caccia” la campagna di annientamento in corso) che vede i Dalits (da noi meglio conosciuti come gli ”intoccabili”) e le popolazioni indigene Adivasi, affamati, male equipaggiati ma altamente motivati, combattere contro una polizia ed un esercito modernamente armati.Malgrado tutto c´è dunque ancora una speranza nell´India di oggi, uno stato corrotto e brutale, che usa defi nirsi la ”più grande democrazia esistente“ dimostrando così di aver imparato alla perfezione i metodi che l´imperialismo usa per ingannarci.È compito dei militanti del PCI (maoista) riuscire ad aggregare le diverse e innumerevoli forme di resistenza per realizzare il sogno di un´India rinnovata e socialista.
