Leggendo le sue liriche si ha la netta impressione che Gian Luigi non soltanto parlasse agli altri attraverso la sua poesia, ma intrattenesse anche un dialogo con la sua poesia spiegando a se stesso certi nodi irrisolti, alcuni conflitti di cui non trovava il bandolo nelle parole comuni, nella lingua parlata, quella che serve solo a spiegare ciò che può essere spiegato. È parlando agli altri che Nespoli parlava a se stesso o viceversa. È per questo, dunque, che bisogna capire che leggere queste ultime poesie di Gianluigi Nespoli significa anche venire a capo, insieme a lui, di certi enigmi; seguire il filo di una matassa ermeneutica che Nespoli traccia scandendo le parole quasi fossero perle di un rosario dei significati in cui: "tutto avviene e passa / per odio o per amore" (Il ponte di Loreto). Sergio Caldarella
