Andate e ritorni. Conversazioni tra passato presente e futuro

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Autore: Loris Tonino Paroli, a cura di Giovanna Panigadi e Romano Giuffrida - 2009 - ISBN 978-88-86345-80-4 - Colibrì

Questo libro è una lunga intervista a Tonino Loris Paroli, che è stato tra i fondatori delle Brigate Rosse, dove racconta la sua giovinezza, la scelta, l'esperienza della lotta armata e la sua lunga detenzione. Dalla Nota degli autori «La storia ufficiale, com'è noto, è narrazione dei vincitori. Da sempre, è a loro che spetta il compito di scriverla e, così facendo, di ridisegnare gli scenari più confacenti all'esaltazione della giustezza della loro causa e al disprezzo dei vinti. A questi ultimi, generalmente, resta solo il silenzio o, con il corollario di pentitismi e rinnegamenti più o meno prezzolati, l'acquiescenza alla verità del vincitore. Riponendo poca fiducia nella "storia ufficiale", abbiamo preferito invertire il gioco delle parti, quindi, lasciare che a prendere la parola e raccontare la sua storia ossia la propria esperienza esistenziale, culturale e politica, fosse un (supposto) "vinto": Tonino Loris Paroli. Le pagine che seguono sono il frutto della trascrizione di numerose ore di conversazione registrate nel corso di diversi mesi tra il 2001 e il 2002. Sono dialoghi che, come recita il sottotitolo di questo libro, hanno spaziato tra passato, presente e futuro e, per questo motivo, la trattazione delle diverse tematiche ­ in primo luogo quella inerente l'esperienza di Tonino Paroli nell'organizzazione armata Brigate Rosse ­ non segue una cronologia o un ipotetico ordine storiografico...» Da una risposta di Loris Tonino Paroli «Per me il comunismo non è un'oppressione, per me è un processo di libertà, di liberazione, di creatività. Io mi identifico nell'uomo comunista perché io ho fatto tutto: posso scrivere una poesia, posso dipingere, posso andare ad un dibattito, posso piantare un albero nell'orto, posso manovrare un tornio, io sono io perché mi sono ribellato e ho rotto definitivamente la monotonia dei modelli che avrebbero voluto impormi... Il comunismo non può essere una società di inquadrati, di deficienti, dove c'è una massa da manipolare. Io sono contro l'intellettuale organico: ognuno deve essere intellettuale di se stesso. Basta con questo concetto: massa-partito, ma quali masse?... La classe operaia esiste perché esiste il capitale. Il comunismo non è la classe operaia al potere, è il superamento della classe operaia e del capitalismo assieme... In questo senso rivendico la mia storia ma la critico perché bisognava cambiare tutto, la nostra impostazione era principalmente di combattimento. Bisogna invece creare una situazione dove l'aspetto costruttivo sia superiore all'aspetto distruttivo, perché quando in una dinamica costruzione-distruzione, l'aspetto distruttivo, quindi l'attacco, è superiore a quello che costruisci, finisci in una logica militarista in cui vedi l'attacco senza sapere cosa costruisci. La vera forza distruttiva è la capacità di costruire un uomo diverso, nuovo, con una concezione diversa, una filosofia diversa, tante cose diverse, la vita non deve essere sempre sacrificio.»

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